Se la musica non è musica cosa si nasconde dietro quella che ascoltiamo tutti i giorni?
Partiamo da una considerazione onesta e necessaria: solo negli ultimi 60 anni la musica è diventata un aspetto preponderante e apparentemente indispensabile delle nostre vite. Prima, cioè prima che la discografia diventasse una industria e la radio uno degli strumenti principali di comunicazione, le persone passavano lunghi periodi senza ascoltare musica; la usavano qualche volta per ballare o per cantare i salmi la domenica in chiesa, insomma eventi eccezionali. Diverso nelle corti o negli ambienti religiosi dove la musica veniva coltivata e nutrita per questioni di etichetta o di necessità spirituali.
Poi le cose sono cambiate, le canzoni sono diventate copiosi veicoli di contenuti, ricordi, necessità, fantasie, idee, finendo per ritagliarsi un posto fisso nelle nostre esistenze auditive. Oggi la musica è una professione che possono fare tutti, che occupa milioni di persone nel mondo, e uno strumento di intrattenimento ormai onnipresente e per certi versi ossessionante. È dappertutto, invasiva, superficiale, e poco interessante anche per chi la ama profondamente. Neanche al cesso del supermercato ti lascia in pace.
Anche quella che scegliamo di ascoltare, quella che ci piace e che ci fa fare centinaia di chilometri per assistere ad un concerto, è un simulacro, una forzatura umana, bellissima ma comunque tale. Se dovessimo dire quale musica ha in se la purezza originaria dovremmo ricorrere ai suoni della natura, al vento, all'acqua che scorre, alla pioggia che cade, al canto degli uccelli all'alba. Ma saremmo al di fuori della musica, ci troveremmo direttamente dentro il suono. Ed eccoci al punto; dietro ogni musica c'è sempre una combinazione di suoni e di frequenze che diamo per scontate e che invece andrebbero considerate diversamente. Di queste sappiamo davvero poco; ignoriamo per esempio che ci sono frequenze inaudibili per l'essere umano, gli infrasuoni, che sono le medesime prodotte dal nostro cervello negli stati di rilassamento, di meditazione, di pre-sonno e di sonno profondo. Richiamandole e riportandole all'ascolto di un soggetto tramite tecniche acustiche, è possibile operare in lui delle modificazioni sostanziali sia a livello fisico che a livello psichico, che a livello spirituale.
Ci sono ricercatori che hanno studiato e sperimentato il potere del suono sul corpo umano, sulle coscienze, sulle malattie e sugli oggetti. Ci sono anche sistemi in campo militare che impiegano il suono per offendere, che fa orrore solo a dirlo, ma che ci da la misura di quale sia il potenziale del suono. D'altra parte la meccanica quantistica è da tempo che ci racconta che tutto il creato non è fatto di materia solida perché la materia stessa è composta di onde vibrazionali. Insomma ci sono tante cose che il suono può fare per aiutarci a vivere una vita migliore che noi ignoriamo. Ecco, una parte di LIMINAL è nata proprio per studiare, capire e diffondere questo tipo di conoscenze. Stiamo intessendo rapporti con università di neurologia applicata alla musica e al suono, prendendo contatti con studiosi che usano il suono per operare miglioramenti sulle persone, stiamo mettendo a punto noi stessi dei sistemi per trasformare un concerto musicale in una esperienza benefica per noi e per gli ascoltatori. Stiamo prendendo contatti con strutture sensibili a queste tematiche per ospitare happening di 2 o 3 giorni dove incontrare chi si occupa di queste cose, discuterne con loro e sperimentarne le applicazioni. Ci interessa capire cosa si porta dietro la musica e cosa si porta dietro l'essenza della musica, vale a dire il suono. Ecco cosa intendiamo per MUSIC IS NOT MUSIC che poi è il titolo di un bellissimo brano di Alvin Curran (che speriamo non ce ne vorrà).
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